IL BLOG


IL MOVIMENTO REALE AL FOTOFINISH CON LO STATO DI COSE LATENTE.


lunedì 11 novembre 2013

Ormai solo un Dio ci può salvare


Innanzitutto non si raffigurerà un'immagine sacra che contenga un falso dogma, o che offra agli ignoranti occasione di pericoloso errore. Inoltre non si dovrà rappresentare nulla di falso, di incerto o apocrifo, di superstizioso e di insolito, così si eviterà rigorosamente tutto ciò che sia profano, turpe o osceno, disonesto e procace; e analogamente si eviterà tutto ciò che sia stravagante, che non stimoli gli uomini alla pietà, o che possa offendere l'animo e gli occhi dei fedeli. Un quadro deve essere dipinto in modo tale che l’osservatore possa comprenderne il significato. Se le persone che guardano un quadro non riescono a capirlo, per quanto dotato possa essere l’artista che l’ha dipinto, non si può dire che si tratti di un buon quadro. Le opere d'arte che richiedono una quantità esagerata di spiegazioni non capiteranno più tra le mani dei cittadini.

(Carlo Borromeo, Kim II-sung, Adolf Hitler)

lunedì 4 novembre 2013

venerdì 1 novembre 2013

IDOLA, FuORI! 26 - Specialisti dell'apparenza

Il giornalismo indica un complesso di pratiche caratteristiche di una coscienza interiormente scissa, subalterna al darsi immediato delle cose (gli intercambiabili “fatti del giorno”), incapace di innalzare se stessa alla decifrazione storica del Reale. Il giornalista – che tallona le “notizie vere” (sic!) – è dunque un’anima tisica che non conosce l’intimo travaglio dialettico dello Spirito, ma solo il palpitare romantico del liquame del cuore. Privato di ogni narrazione ideale, quanto più insegue l’attualità del mero fatto, tanto più si scopre infelicemente anacronistico.

Compagni! Camerati!
Rompete le catene, liberate i vostri talenti, smascherate le astute operazioni di disciplinamento sociale sottese all’informazione, alla cronaca, al giornalismo, alla satira, a tutti i sottoprodotti dell’industria culturale.

Diffidate delle agitazioni di superficie, e immergetevi a cogliere la concretezza profonda delle possenti ondate.

giovedì 24 ottobre 2013

XXI




Epoca

Chi potrà, mia epoca, mia belva,
fissarti nelle pupille un istante
e di due secoli agganciare le vertebre
incollandole con il proprio sangue?
Le cose terrestri dalla gola
zampillano sangue carpentiere;
sul limitare dei nuovi giorni
chi, se non il mangiaufo, trema?

La creatura fino a che c’è vita
deve in giro portare la sua schiena,
e l’onda, il flutto al gioco si affidano
di un’invisibile spina dorsale.
Tenera cartilagine di bimbo
è l’epoca neonata della terra:
di nuovo hanno sacrificato l’apice
della vita come fosse un agnello.

Per scioglier l’epoca dalle catene,
per dare inizio a un mondo nuovo
bisogna, a mo’ di flauto, unire insieme
le piegature dei nodosi giorni.
È  l’epoca a gonfiare d’angoscia
umana il flutto che s’increspa; e l’aurea
misura dell’epoca ha il respiro
della vipera nascosta fra l’erba.

E ancora le gemme si gonfieranno,
la vegetazione schizzerà talli,
ma, epoca mia, bellissima e grama,
è in pezzi la tua spina dorsale.
E con un povero sorriso demente
ti volti a guardare crudele e fiacca,
come una belva che fu agile un tempo,
le orme lasciate dalle tue zampe.


Osip Mandel’štam