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domenica 5 maggio 2013

Giorno del promemoria

17. Ma deve essere tenuta in scarsa considerazione la dottrina di coloro che sostengono si possa ricorrere giustamente alle armi, secondo il diritto delle genti, al fine di indebolire una potenza ostile che sta accrescendosi e che, una volta accresciutasi, potrebbe arrecare grave danno. Riconosco che nelle deliberazioni intorno a una guerra anche questi argomenti possano pesare, ma non dal punto di vista della giustizia, sì da quello dell'utilità; così che se per un altro motivo una guerra può essere definita giusta, per questo motivo si può dire che essa è stata iniziata anche secondo prudenza (e questa è in realtà l'opinione degli autori che vengono citati a questo proposito). 

Ma è contrario a ogni misura di equità che la possibilità di subire violenza dia diritto a esercitarla: è destino della vita umana che non possiamo mai vivere in piena sicurezza, e rispetto alle paure indeterminate ci si deve tutelare col cercare protezione nella divina provvidenza e in misure prudenziali non offensive, e non certo nella violenza.
(Ugo Grozio, De jure belli ac pacis, Libro II, cap. I, § 17)