IL BLOG


IL MOVIMENTO REALE AL FOTOFINISH CON LO STATO DI COSE LATENTE.


domenica 16 dicembre 2018

Secondo Matteo

Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!
[Matteo 15:14]

Ci vogliono a casa, ma noi andiamo avanti!
[Matteo Salvini, Facebook]

giovedì 30 agosto 2018

Il gialloverde riporta lo stile nella vita di un popolo!


La specie che sopravvive in politica non è quella più forte, ma quella che si adatta meglio. Noi siamo un po’ democristiani, un po’ di destra, un po’ di sinistra, un po’ di centro. Possiamo adattarci a qualsiasi cosa. Purché si affermino le nostre idee.
[Beppe Grillo, marzo 2018]

Noi ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici; conservatori e progressisti; reazionari e rivoluzionari; legalitari e illegalitari, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo e di ambiente.
[Benito Mussolini, marzo 1921]


Humachina è il mastodontico ready-made che costantemente affiora dal fondo della pattumiera della Storia.
[Humachina, ab aeterno]

giovedì 23 agosto 2018

Mietitura!


Cari Amici,

Humachina comunica che i vostri preziosi commenti-contributo 
sono stati integrati nell'Osservatorio permanente-Zeitgeist.

Un saluto humachinista
a voi tutti!

Che il secolo tremi all'incedere del nostro passo metallico!

mercoledì 8 agosto 2018

Osemdeseta – I lunghi anni ’80 e l’eredità del 1989 [II parte]: il collettivo NSK (Neue Slowenische Kunst)


Nel 1984, tre realtà artistiche jugoslave – la band multimediale Laibach (fondata nel 1980), il collettivo di arti visive Irwin (1983) e il gruppo di artisti teatrali Scipion Nasice Sisters Theatre (SNST, 1983-’87) – fondarono il più vasto collettivo noto come Neue Slowenische Kunst (NSK), “Nuova arte slovena”. Lo stesso anno, i tre gruppi diedero vita al dipartimento di design Novi kolektivizem. Successivamente, NSK costituì altri soggetti: il Dipartimento di filosofia pura e applicata, Retrovizija (Retrovisione), Film e Graditelji (Costruttori).

Il collettivo NSK, sin dalla prima metà degli anni ‘80, comprese e oggettivò in forme estetiche il progressivo sgretolarsi della Jugoslavia socialista. Nel 1982, il gruppo musicale Laibach produsse un poster intitolato Morte dell’ideologia, in cui erano riconoscibili i ritratti di Marx, Engels e Lenin. Risultò già allora chiaro – nonostante la pervicace volontà del partito di continuare a credere nell’autonomia del socialismo jugoslavo – che il capitalismo stava già proclamando la propria vittoria; erano infatti quelli gli anni in cui il Fondo Monetario Internazionale cominciava a “salvare” dalla bancarotta le economie socialiste europee.

Nel 1990, il Noordung Cosmokinetic Cabinet (l’organismo che subentrò al già citato SNST) portò in scena una produzione teatrale intitolata Kapital; nel 1991 Irwin (il collettivo di arti visive) pubblicò un libro e allestì una mostra sotto il nome di Kapital; nel 1992 i Laibach pubblicarono il loro disco Kapital. In tal modo l’avanguardia NSK reiterava la premonizione che aveva espresso sin dai primi anni ’80: la fine delle ideologie novecentesche e il trionfo dell’ideologia propria del capitalismo totale.

NSK intese subito distinguersi artisticamente dal postmodernismo tipico di quell’epoca. Piuttosto che rifarsi al caratteristico linguaggio leggero, evasivo e politicamente disimpegnato della cultura postmoderna, NSK si appropriò e fuse insieme concetti estetici tra loro antitetici prendendo subito una chiara posizione critica sulle questioni scottanti dell’epoca, sfidando inoltre il proprio pubblico – attraverso azioni e affermazioni provocatorie – ad assumere il medesimo atteggiamento. Questa posizione condivisa nei confronti dell’arte, della borghesia “rossa” e del capitalismo che lentamente andava affermandosi in Jugoslavia, contribuì a forgiare una comunità alternativa, che divenne espressione integrante della società civile e della sfera pubblica nella Slovenia degli anni ’80.

Il materiale culturale elaborato da NSK mostra come gli artisti non intendessero colpire semplicemente le contraddizioni in cui versava l’allora agonizzante socialismo jugoslavo e le sue istituzioni, poiché contemporaneamente l’azione del collettivo orientava la propria potenza critica sul capitalismo globale e sull’egemonia neoliberista che cominciava a farsi mondiale. Ne è prova la costituzione, nel 1992, del progetto NSK-State in Time – uno stato utopico, anche nel senso stringente dell’etimo, poiché privo di spazio territoriale. Uno Stato nel tempo e non nello spazio –, che poneva l’accento sull’indispensabilità di pensare a un modello alternativo tanto al capitalismo quanto al socialismo reale.

Almeno su un piano estetico, il collettivo NSK riuscì a elaborare e a esprimere ciò che altri agenti della società civile del tempo si dimostrarono incapaci di fare. Attraverso la fondazione del progetto NSK – State in Time (1992), il gruppo si presentò come l’unico soggetto in grado di rispondere alla domanda sul tipo di società nella quale s’intendesse vivere dopo il fallimento del socialismo: una comunità globale fondata su principi etici ed estetici.

[fine seconda parte]
                                                                                                             
Fonti: Osemdeseta/ the Eighties – Petek, 21. Aprila 2017. Izdala Moderna galerija, Ljubljana.

Qui la prima parte

lunedì 16 luglio 2018

Ottavo annuale!


Amici e Nemici! Estimatori e Detrattori!

Come ogni anno, Humachina chiama tutti
all’eterno battesimo di un personaggio infinito

rinnovando l'invito

allo sviluppo collettivo del post Osservatorio permanente [Zeitgeist], con integrazione dei vostri nuovi commenti-contributo [e rispettivi link ai vostri siti ].

Inserite i vostri commenti-contributo al presente post, questi saranno poi progressivamente integrati nel documento Osservatorio permanente

Il modello da seguire è tratto da T. W. Adorno (suo il celebre "dalla fionda alla megabomba").

Alcuni esempi di quest'anno a cura della redazione:

Dall’eversione alla diversione
Da Stalingrado a Kazan
Dai chiliasti ai millenials
Da Benzino Napaloni a Matteo Salvini
          ...

Che direzione sta prendendo la Storia? 
Socializzate le vostre profezie e contribuite a orientare le masse attraverso le contraddizioni dell'epoca!

martedì 1 maggio 2018

Μεσσίας


Al concetto di un presente che non è passaggio, ma in bilico nel tempo e immobile, il materialista storico non può rinunciare. Poiché questo concetto definisce appunto il presente in cui egli per suo conto scrive storia. Lo storicismo postula un’immagine “eterna” del passato, il materialista storico un’esperienza unica con esso. Egli lascia che altri sprechino le proprie forze con la meretrice “C’era una volta” nel bordello dello storicismo. Egli rimane signore delle sue forze: uomo abbastanza per far saltare il continuum della storia. [W. Benjamin, Tesi di filosofia della storia, 16]

giovedì 22 marzo 2018

domenica 21 gennaio 2018

Utopia realizzata


Compagni, Camerati,

Dio è colui il quale è, ovvero l'assolutamente trascendente. Un tautologico nulla (per l'uomo), eppur performante.

Se la politica - le cui categorie sono l'esito di processi di secolarizzazione di nozioni teologiche - si converte completamente in potere, quest'ultimo deve evidentemente l'effettività del proprio artificio a un sistema di credenze fondato sull'ispessimento metafisico del niente.


Votate dunque per Humachina,

l'unica forza che radicalizzando tale consapevolezza si batte per il totale assoggettamento al puro Nulla, il vuoto da cui traggono senso tutte le nostre esistenze individuali.

Le altre forze politiche cercano di realizzare più o meno inconsapevolmente questo stesso programma senza tuttavia riuscirci, e imperfettamente ancora illudono promettendovi vuoti Universali: Lavoro, Reddito, Pensioni, Cittadinanza, Futuro, Sicurezza, Modernizzazione, Produttività, Patria, Famiglia, Identità, Nazione, Valori, Europa, Tradizione etc.

Humachina non vi fa pagare simili involucri, e riesce laddove tutti gli altri falliscono.
Humachina promette e garantisce il meno di niente, cioè l'intero Tutto.

domenica 7 gennaio 2018

Democrazia elementare


Humachina è oggettivazione sempre rinnovata del Grande Rimosso – il Novecento –, il trauma destinato a tornare come sintomo nelle patologie del Terzo millennio.

[Link ai dieci punti del manifesto di Humachina]