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IL MOVIMENTO REALE AL FOTOFINISH CON LO STATO DI COSE LATENTE.


giovedì 24 ottobre 2013

XXI




Epoca

Chi potrà, mia epoca, mia belva,
fissarti nelle pupille un istante
e di due secoli agganciare le vertebre
incollandole con il proprio sangue?
Le cose terrestri dalla gola
zampillano sangue carpentiere;
sul limitare dei nuovi giorni
chi, se non il mangiaufo, trema?

La creatura fino a che c’è vita
deve in giro portare la sua schiena,
e l’onda, il flutto al gioco si affidano
di un’invisibile spina dorsale.
Tenera cartilagine di bimbo
è l’epoca neonata della terra:
di nuovo hanno sacrificato l’apice
della vita come fosse un agnello.

Per scioglier l’epoca dalle catene,
per dare inizio a un mondo nuovo
bisogna, a mo’ di flauto, unire insieme
le piegature dei nodosi giorni.
È  l’epoca a gonfiare d’angoscia
umana il flutto che s’increspa; e l’aurea
misura dell’epoca ha il respiro
della vipera nascosta fra l’erba.

E ancora le gemme si gonfieranno,
la vegetazione schizzerà talli,
ma, epoca mia, bellissima e grama,
è in pezzi la tua spina dorsale.
E con un povero sorriso demente
ti volti a guardare crudele e fiacca,
come una belva che fu agile un tempo,
le orme lasciate dalle tue zampe.


Osip Mandel’štam

5 commenti:

  1. Epoca dalle facili profezie e senza profeti, è questa la nostra epoca, dove la strada è segnata, incidenti compresi e declino già in conto. Solo qualche poeta sussurra le sue visioni, ma basterà un premio letterario a fargli credere che quelle visioni sono un esercizio di stile.
    Grazie per avermi fatto conoscere i versi di un poeta che non conoscevo.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Grazie a te, Antonio.

    Sono quasi venticinque anni dalla "fine delle grandi narrazioni". E ancora oggi continua la meschina gara al necrologio: morte della storia, morte della politica etc.
    Il tutto, in Italia, condito col solito provincialismo d'accatto.
    Niente è più anacronistico dell'attualità.

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  4. Alla fine l'hanno fatta diventare vera questa storia della fine della storia, ma non nel senso che in origine era stato concepito. Quel movimento nel cui seno nacque quell'idea ne voleva fare un messaggio etico, per non cadere nelle trappole delle verità del '900 e nelle sue tragedie, invece si è rivelato la vittoria della non-storia, della non-politica, della non-democrazia. Una volta consumata una merce se ne produce un'altra, senza troppe sorprese ed evitando le oscillazioni dei prezzi. Perdona la brutale sintesi nel commento, in questo post mi sono concesso qualche parola di più... ancora scrivevo post lunghi, adesso non ne ho più voglia. Ciao.

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  5. Ho letto, e trovo significativo - come nota a margine - ricordare che "La società dello spettacolo" ha avuto la sua prima pubblicazione già nel 1967.

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