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mercoledì 14 novembre 2012

IDOLA, FuORI! 25 - Il falso è l'intero

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso, scriveva Guy Debord più di quaranta anni fa. 
La satira – la cui morte per afasia ha per epitaffio la celebre battuta di Karl Kraus, su Hitler non mi viene in mente nulla – non potrà dunque riattivare il proprio discorso appellandosi semplicemente all’oggettività dei fatti, o meglio all’attendibilità delle notizie che pretenderebbero di riferire quegli stessi fatti.  Perché proprio dinanzi all’indicibilità di un fatto (l’ascesa del nazismo) essa è ammutolita. 
Le ragioni dello scacco vanno ricercate nell’espropriazione stessa della lingua. 
Il capitale fa una cosa sola, accumula indefinitamente se stesso (al punto tale da transustanziarsi  in immagine), e indefinitamente produce desertificazione. Il totalitarismo è solo una delle sue innumerevoli manifestazioni. Dunque la stessa potenza sociale linguistica, ovvero ciò che rende possibile la comunicazione e lo strutturarsi di forme-di-vita umane (bios), è oggi scissa dall’essere e ricostruita in un orizzonte separato, completamente disponibile all’estrazione di plusvalore. Ciò che univa concretamente, ora unisce nella separazione. Lo spettacolare integrato – in cui si raccolgono le rovine della letteratura, dell’arte, della politica – costituisce il compimento del processo: il falso è l’intero.

4 commenti:

  1. Sul tema "limiti della satira" ne ho letta di roba, non era certo facile stendere un testo che si distinguesse per sagacia e gioventù di ragionamento come questo. Complimenti.

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  2. Grazie Aube, è un po' una sintesi di vecchie letture e di vecchi post.

    La questione dei "limiti della satira" è ricorrente, ma il più delle volte ho idea che si finisca col parlare d'altro, per esempio dei "limiti della propria sensibilità particolare rispetto a certi temi", il che è completamente privo d'interesse.

    Anche le immancabili risse sull'argomento si risolvono fatalmente in noiosissime resse.

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  3. La ricerca del limite, in quanto appiglio, è un'ossessione dell'uomo. Non è facile discutere con chi ha bisogno ancora di individuare bene se stesso, per questo i limiti della satira creano tante noiose resse.

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  4. Se in quel genere di discussioni ci si accordasse preliminarmente su un significato condiviso di "limite", potremmo almeno organizzare delle resse più ordinate :-)

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