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giovedì 1 novembre 2012

IDOLA, FuORI! 24 - Politica peccans

Se i politologi internazionali guardano all’Italia per individuare le tendenze reali dentro la crisi delle liberaldemocrazie occidentali, la Sicilia sembra essere, rispetto al fenomeno, una lente analoga a quella attraverso cui lo scienziato iatromeccanico Malpighi osservava il mondo anatomico nelle sue anomalie più mostruose.
Il deforme/difforme costituisce una sorta di microscopio della natura, poiché le manifestazioni teratologiche sono ingrandimenti che permettono l’analisi della normalità a chi le sa leggere e interpretare. Pure oggi, e anche in ambito politico, l’irregolarità è più interessante del generale e spiega la regola.
Per dire, è lo studio dello stato d’eccezione a permettere un’analisi più approfondita della sovranità.

Il voto siciliano, letto nella sua degenerazione (come sottrazione a un genere, a una forma), conferma l’effetto a medio termine della disintegrazione (biennio 1992-’94) della democrazia italiana fondata sui partiti, la fine della rappresentanza, la fede idiota nel miracolo del “nuovo inizo” (più o meno uno a settimana), l’occupazione dello spazio politico da parte di forze demagogico-rottamatrici – le cui pulsioni di innovazione esprimono piuttosto la conservazione più tradizionale –, il passaggio dalla politica organizzata che crea il soggetto (la classe) al movimentismo informe che assoggetta.  

2 commenti:

  1. Da sempre sento dire che la Sicilia è avanguardia sociopolitica nel panorama italiano, luogo esemplare in cui osservare in anteprima e in nuce fenomeni destinati a diventare la nuova normalità. Il dato di oggi, per questo, non è confortante.

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  2. Sintesi perfetta il tuo commento, Cri.

    (Devo dire che il voto in Sicilia è un po' un pretesto, perché era da un po' che avevo voglia di scrivere di Malpighi :-) Non è uno scrittore al pari di Galilei, ma ho trovato molto gustosi i suoi scritti)

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