Il
deforme/difforme costituisce una sorta di microscopio della natura, poiché le
manifestazioni teratologiche sono ingrandimenti che permettono l’analisi della
normalità a chi le sa leggere e interpretare. Pure oggi, e anche in ambito
politico, l’irregolarità è più interessante del generale e spiega la regola.
Per
dire, è lo studio dello stato d’eccezione a permettere un’analisi più
approfondita della sovranità.
Il
voto siciliano, letto nella sua degenerazione (come sottrazione a un genere, a
una forma), conferma l’effetto a medio termine della disintegrazione (biennio
1992-’94) della democrazia italiana fondata sui partiti, la fine della
rappresentanza, la fede idiota nel miracolo del “nuovo inizo” (più o meno uno a
settimana), l’occupazione dello spazio politico da parte di forze
demagogico-rottamatrici – le cui pulsioni di innovazione esprimono piuttosto la
conservazione più tradizionale –, il passaggio dalla politica organizzata che
crea il soggetto (la classe) al movimentismo informe che assoggetta.
Da sempre sento dire che la Sicilia è avanguardia sociopolitica nel panorama italiano, luogo esemplare in cui osservare in anteprima e in nuce fenomeni destinati a diventare la nuova normalità. Il dato di oggi, per questo, non è confortante.
RispondiEliminaSintesi perfetta il tuo commento, Cri.
RispondiElimina(Devo dire che il voto in Sicilia è un po' un pretesto, perché era da un po' che avevo voglia di scrivere di Malpighi :-) Non è uno scrittore al pari di Galilei, ma ho trovato molto gustosi i suoi scritti)