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sabato 13 ottobre 2012

IDOLA, FuORI! 23 - Pax europaea

Pace si dice in molti modi, tanto diversi ed equivoci da far pensare anche al suo contrario. 

Si comprende bene a queste latitudini mediterranee.

In Italia, giusto per esemplificare, è da anni in corso una guerra.

Una guerra civile – perché interna ai confini e attuata ai danni di una parte specifica della popolazione –, spettrale – perché non apertamente dichiarata –, odiosa e discriminatoria – poiché del “nemico” si predicano caratteristiche infamanti, tra le quali l’essere-fannullone –, ideologica – in quanto condotta all’insegna del più rozzo neoliberismo –, giusta – perché invocata in nome di un’ineffabile entità (l’Europa, nell’accezione Draghi-Trichet) – e falsamente necessaria – il che implica la pretesa di espungere l’elemento contingente proprio della politica, allo scopo di ridurla a semplice automatismo tecnico al servizio del capitale –.

L’obiettivo principale da abbattere è il lavoro, più specificamente il pubblico impiego: sanità, istruzione etc., vale a dire i servizi presso cui si riproducono le forze materiali più preziose, critiche e colte del Paese (del Continente), quelle maggiormente politiche, nel senso pregnante del termine.

Le casematte di coloro che hanno deciso di resistere a simili derive entropiche - studenti, insegnanti, operai, precari dei diversi settori etc. - sono disseminate ovunque: sono angusti e bui locali personalizzati (i piccoli interessi parziali in cui è frammentata la società) da sottrarre all’isolamento reciproco per costituire un fronte compatto del lavoro. E' quanto ci si aspetterebbe da una seria forza di sinistra. Se i tempi attuali non fossero segnati da un lessico politico approssimativo, si dovrebbe parlare di lotta per l’egemonia

5 commenti:

  1. Ma si riuscirebbe a ricomporre la parcellizzazione? A riagganciare e riannodare i legami tra tutti questi minuscoli avamposti di ultimi giapponesi?

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  2. Oggi va almeno impostata concretamente la cosa.

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  3. Sai una cosa? Comincio a pensare che alla sinistra serva un capitalismo di destra da poter incolpare di ogni catastrofe,e allo stesso modo alla destra capitalista serva poter continuare a sbandierare lo spauracchio comunista per continuare a governare. insomma ci troviamo di fronte ad una mostruosa simbiosi. Il liberismo è solo una puttana di cui si servono i governanti di ogni colore nei momenti di crisi, salvo poi liberarsene quando certi provvedimenti intaccano i propri bacini di voti.

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  4. Il liberismo è una puttana, e in Italia è una barzelletta sconcia (che non fa nemmeno ridere).

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  5. Ok, benvenuto (o benvenuta?) nel club dei "sono italiano ma non è colpa mia".

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