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martedì 11 ottobre 2011

IDOLA, FuORI! 14 - "Stay foolish"

L’individuazione si dà nella dimensione comunitaria, ma l’individuo è l’astratto borghese.

Un “dettaglio” che fatica a entrare nei crani vuoti di tanti sedicenti liberali di casa nostra, tutti presi dal sogno imbecille di una comunità di soggetti perfettamente autonomi e placidamente calzati in un mondo altrettanto singolarizzato, fatto su misura con tariffe personalizzate, salari personalizzati, diete personalizzate, apprendimento personalizzato, leader politici personalizzati… in una parola, Omnitel: “Tutto gira intorno a te”. L’unica libertà è quella ideologica dell’individuo, o meglio del consumatore (sempre e comunque triste, solitaria e insoddisfacente, poiché la produzione non è oggi evidentemente collettiva). E poiché viviamo in un mondo di marchi, ricordiamoci anche dello slogan di Fastweb, nelle parole di un celebre evasore fiscale: “Ognuno dovrebbe essere libero di fare come crede”, ma questo può darsi solo nell’orizzonte già spezzato di chi acquista e consuma un servizio.

L’annientamento di ogni discorso indicante uno straccio di coscienza storica e politica è diventato uno sport, e lo stato di cose presente sembra non richiedere giustificazioni. Esso appare, dunque è tutto ciò che può essere, e tutto ciò che esiste è anche buono: il mantra del capitale monologante. Allora forse qui giova ricordare qualcosa di Marx, parole che non costituiscono funamboliche demagogie da spot, perché sono parole dotate di senso.

La condizione dell’uomo è condizione collettiva di relazione e comunicazione (La ricchezza spirituale reale dell’individuo dipende interamente dalla ricchezza delle sue relazioni reali, si legge nell’Ideologia tedesca): facoltà reificate per separazione dal comune e sussunte oggi completamente nel rapporto capitalistico. Che cos'è infatti la produzione? È il lavoro vivo, a cui – nell’epoca del terziario dominante, del linguaggio come forma avanzata di comunità, della socializzazione della produzione, del lavoro immateriale/intellettuale – il capitale risponde con la sua oggettivazione in valore di scambio, allo scopo di mettere a profitto ogni elemento che qualifica un’esistenza particolare come umana: relazione, affettività, improvvisazione, comunicazione, immaginazione, creatività, intraprendenza – tutto quanto viene evocato dalle chiacchiere dei pubblicitari fino ai discorsi di un miliardario con il pancreas in metastasi a Palo Alto – sono nient’altro che un accumulo di merci.

Il terzo settore, che reifica il linguaggio in risorsa da sfruttare per la valorizzazione del capitale, ne è un esempio. Nei Grundrisse, Marx sostiene come il linguaggio consista nell’esserci stesso della comunità, il suo modo naturale d’esistere. Ed ecco conclamato un aspetto del biopotere nell’attuale organizzazione e divisione del lavoro: la ricchezza si produce appropriandosi direttamente di competenze immateriali, relazionali, comunicative e affettive (come risulta in modo esemplare nel marketing). Le ciance dei copywriter sono ormai l’unica mercanzia sulla piazza. Non si promuove più il prodotto ma la sua vendibilità. Quando si compra un nuovo cellulare o una nuova automobile non si acquista tanto nuova tecnologia (i cui costi di produzione e il prezzo, man mano che la sua potenza aumenta, tendono allo zero), quanto un nuovo servizio che contribuisca a rinnovare il rilievo pubblico dell’acquirente, di cui deve essere noto il profilo sociale individualizzato (di qui, il contributo prezioso dei social network). Un’individualità astratta, perché ricostruita in un rapporto di separazione dalla viva comunità politica, la quale sola si esprime in singolarità concrete.

E proprio perché la competitività risulta via via impraticabile a causa del dispiegarsi progressivo di tutta l’innovazione e la potenza della tecnica, il valore economico tende a costituirsi direttamente dentro i rapporti sociali. La catena di montaggio è ovunque, dentro e fuori la fabbrica, dai primi baci agli ultimi addii.

2 commenti:

  1. Tutto vero. L'illusione di starne fuori però cerco ancora di potermela permettere. Ad esempio: star fuori da facebook: sembra una piccola cosa ininfluente. Non lo è. Non guardare i format TV. Sembra una piccola cosa: non lo è.
    E continuare passo dopo passo a tagliare il possibile verso un altro mondo.
    Sembra utopia: non lo è.

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  2. Anch'io ti seguo e diserto ogni volta che posso :-) farsi governare e identificare il meno possibile non è una scappatoia, è una lotta.

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