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venerdì 30 settembre 2011

IDOLA, FuORI! 12 - Insufficienza dell'ateismo

Non a-teo, perché non mi sento privato di nulla. Non ateo, perché ateismo implica sempre un riferimento al trascendente, anche se al negativo. Non ateo, perché si tratta di uscire dalla logica binaria soggiacente alla domanda “credi?” (o sì o no). L’unico atto decisivo, per usare le parole di Artaud, consiste nel farla finita una volta per tutte con la questione di Dio.

7 commenti:

  1. Se ci riuscissi, mi sentirei davvero il mio dio.

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  2. Una volta un mio compagno di università, pure lui nel gruppetto degli anarchici, disse una cosa chiara e semplice che sottoscrivo pienamente: "Che Dio esista o meno è cosa che non mi riguarda, visto che la sua eventuale esistenza non ha a che fare con la mia vita".
    Il problema semmai sono quelli che credono alla sua esistenza e per tale ragione poi spaccano le scatole a tutti in virtù del loro credo...

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  3. In effetti ho l'impressione che dimostrare l'esistenza di Dio costituisca in fin dei conti un'operazione strumentale, perché i problemi più consistenti sono altri...

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  4. Giusto. L'ateismo è questione ardua e fondamentalista. La domanda "Credi in dio?" è zeppa di cavilli, fraintendimenti, sottointesi, sottotesti e implicazioni che la rendono stupida o, forse, obsoleta. Dio è un'ipotesi trascendente, tutto qui, sta alla nostra testa (o fede o ragione o mille altri termini anch'essi problematici) ricamarci sopra.

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  5. @Cawarfidae
    Infatti! E alcuni ricami sono straordinariamente belli. C'è questo estratto dai seminari di Deleuze che ho sempre trovato stupendo:
    “Con Dio tutto è permesso. Ho la netta sensazione che [...] se i filosofi ci hanno parlato così tanto di Dio – e potevano benissimo essere cristiani o credenti –, ciò non è stato senza un’intensa “ironia”. Non era una “ironia” dell’incredulità, ma era una gioia circa il lavoro che essi erano sul punto di fare. Così come dicevo che Dio e Cristo sono stati per la pittura (es. El Greco) una straordinaria occasione di liberare le linee, i colori ed i movimenti dalle costrizioni della rassomiglianza, così per la filosofia Dio e il tema di Dio sono stati l’insostituibile occasione di liberare ciò che è l’oggetto della creazione in filosofia, cioè i concetti, dalle costrizioni che erano state loro imposte… e cioè la semplice rappresentazione delle cose”.

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