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mercoledì 4 agosto 2010

Nas vek - Nostro secolo

Se le avanguardie artistiche – veicolando aggressività, spirito di scissione, consapevolezza storica – furono in grado di esprimere la cultura della crisi, quella del Novecento, l’attuale fase sembra piuttosto conclamare una crisi della cultura. O meglio, un disagio di civiltà, come direbbe forse Tronti. Morta la storia, morta la politica – tenuto conto che tutte queste schiamazzate necrologie sono in realtà espressione di una deleteria moda intellettuale – abortito il progetto moderno di costruzione dell’uomo (nazionalizzazione/socializzazione delle masse), smarrita la bussola verso i destinali approdi, mi chiedo che cosa ancora si può conservare del grande XX secolo, che valore ha la sua eredità? Qual è la consistenza di questo passato che non passa, e che non passando esalta l’esigenza di un rinnovamento radicale? In questa epoca di spoliticizzazione di massa, una satira antropologica sull’attuale egemonia medioborghese incarna un elemento genuinamente conflittuale sul quale puntare.

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