Appariranno
dei kantiani che neppure nel mondo fenomenico vorranno sentir parlare di pietà,
e sconvolgeranno spietatamente con la spada e con la scure il terreno della
nostra vita europea, per strappare anche le ultime radici del passato.
(H. Heine)
Il
Tedesco per primo, ed egli solo, proclama la missione storica del radicalismo; egli solo è radicale ed egli
solo è tale senza aver torto. Nessuno è spietato e privo di riguardi quanto
lui: egli infatti non soltanto abbatte il mondo sussistente per poter rimanere
in piedi, ma abbatte se stesso. Dove un tedesco si dà ad abbattere, un Dio deve cadere e un mondo perire. Nel Tedesco
l’annientamento – cioè la creazione e lo stritolamento di ciò che è temporale –
conduce all’eternità.
(M. Stirner)
Grafica molto bella e citazioni ad uopo. E' meraviglioso come i tedeschi si siano adoperati nel conquistare un'elezione e una missione che per gli ebrei sono frutto d'un decreto divino. Quando poi, come Heine, racchiudono entrambe le caratteristiche, c'è poco da stare allegri. ;-)
RispondiEliminaCondivido la meraviglia, Arthur. Infatti non ci si capacita della mediocrità del loro attuale opportunismo, meramente economico. Bisogna sottrarre Heine a questi tedeschi rammolliti, legarlo a noi latini e scatenarglielo contro, per ricordare alla Germania con la violenza del trauma quali sono le sue vere ambizioni.
RispondiEliminaTra i tedeschi migliori si annoverano diversi ebrei, un mezzo polacco, un poeta greco nato per sbaglio nel Settecento e un musico che, come tutti i geni, non è di QUI. Un popolo guida in stato d'ebrezza. Io delegherei a quelli imbastarditi, il compito di perderci senza troppi squilli, senza enfasi ma anche senza la sopracitata mediocrità.
RispondiEliminaA riguardo viene in mente Agamben, che in un articolo su Libération scriveva a proposito di un’unione europea fondata su concrete parentele e forme di vita, secondo un vecchio progetto di quel profeta che fu Kojève.
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