Non riduciamo la differenza a mera differenza di genere, a femminismo. Ovvero – per usare le parole di Carmelo Bene – a una rovina storica come la Rivoluzione industriale.
Femmina indica piuttosto un modo d’essere sempre diverso. Essere donna è un divenir-donna che può coinvolgere (e travolgere) anche l'uomo, quando è fortunato.
Ma laddove la differenza è classificata come “di sesso”, cioè corredata di concetto, diviene differenza irrilevante, è differenza tradita. È identità, nella fattispecie di genere.
È ricaduta nella logica surcodificante della macchina binaria del potere, che in tal modo assegna posizioni e ruoli: “O sei maschio o sei femmina”.
L’unica differenza tra sessi effettivamente rintracciabile in natura è quella di alcuni animali, per esempio certi scifozoi, come Chrysaora, che attraversano diverse soglie intensive di sessualità: gli individui giovani sono maschi, quindi, oltrepassando innumerevoli gradi intensivi di ermafroditismo, diventano con l’età femmine. Ai mammiferi questa fortuna non è concessa.
Per donne e uomini (che non sono semplicemente animali) la differenza è produzione incessante di pratiche politiche.
Eggià :-((
RispondiEliminaMai come stamane questa riflessione mi serviva. Grazie.
RispondiEliminaUn saluto a voi, carissime :-)
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