IL BLOG


IL MOVIMENTO REALE AL FOTOFINISH CON LO STATO DI COSE LATENTE.


lunedì 23 gennaio 2017

Rifugiati, rispettate il Pane


Il campo è zona d’indifferenza fra pubblico e privato e, insieme, matrice nascosta dello spazio politico in cui viviamo.
Il rifugiato, spezzando il nesso fra uomo e cittadino, diventa, da figura marginale, fattore decisivo della crisi dello Stato-nazione moderno.
[Giorgio Agamben, Mezzi senza fine]

Il ministro degli Interni Minniti ha anticipato la sua strategia per le prossime settimane, spiegando che l’intenzione del governo è di arrivare all’apertura di un Cie in ogni Regione che possa far fronte all’esigenza di tenere sotto controllo gli irregolari evitando, come spesso è accaduto sinora, di doverli lasciare andare proprio perché non ci sono strutture in grado di trattenerli come invece prevede la legge. 
[Corriere della Sera – 16 dicembre 2016]

Chiediamo tempi rapidi per le risposte sulle richieste di asilo, risorse certe, rispetto delle quote stabilite e lavoro obbligatorio gratuito per i migranti. 
[presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello] 

Se il rifugiato rappresenta, nell’ordinamento dello Stato-nazione, un elemento così inquietante, è innanzitutto perché, spezzando l’identità fra uomo e cittadino, fra natività e nazionalità, esso mette in crisi la finzione originaria della sovranità. Singole eccezioni a questo principio erano, naturalmente, sempre esistite: la novità del nostro tempo, che minaccia lo Stato-nazione nei suoi stessi fondamenti, è che porzioni crescenti dell’umanità non sono più rappresentabili al suo interno.
Per questo, in quanto, cioè, scardina la vecchia trinità Stato-nazione-territorio, il rifugiato, questa figura apparentemente marginale, merita di essere, invece, considerato come la figura centrale della nostra storia politica.
È bene non dimenticare che i primi campi furono costruiti in Europa come
spazio di controllo per i rifugiati, e che la successione campi di internamento-campi di concentramento-campi di sterminio rappresenta una filiazione perfettamente reale.
Una delle poche regole cui i nazisti si attennero costantemente nel corso della «soluzione finale», era che solo dopo essere stati compiutamente denazionalizzati (anche di quella cittadinanza di seconda classe che
spettava loro dopo le leggi di Norimberga), gli ebrei e gli zingari potevano essere inviati nei campi di sterminio.
Quando i suoi diritti non sono più diritti del cittadino, allora l’uomo è veramente sacro, nel senso che questo termine ha nel diritto romano arcaico: votato alla morte.
[Giorgio Agamben, Mezzi senza fine]

Nessun commento:

Posta un commento