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venerdì 19 aprile 2013

eXcaptum

Se il sovrano, nelle parole di Carl Schmitt, è colui che può proclamare lo stato di eccezione e sospendere così legalmente la validità della legge, allora lo spazio proprio della sovranità è uno spazio paradossale, che è, nello stesso tempo, dentro e fuori l'ordinamento giuridico. Che cos'è, infatti, una eccezione? È una forma dell'esclusione. È un caso singolo, che è escluso dalla norma generale. Ma ciò che caratterizza l'eccezione è che ciò che è escluso non è semplicemente senza rapporto con la legge; al contrario, la legge si mantiene in relazione con essa nella forma della sospensione. La norma si applica all'eccezione disapplicandosi, ritirandosi da essa. L'eccezione è veramente, secondo una possibile etimologia del termine (excapere) presa fuori, inclusa attraverso la sua stessa esclusione.
Propongo (raccogliendo un suggerimento di Jean-Luc Nancy) di chiamare bando (dall'antico termine germanico che designa tanto l'esclusione dalla comunità che il comando e l'insegna del sovrano) questa relazione tra la norma e l'eccezione che definisce il potere sovrano. Colui che è, in questo senso, «messo al bando» non è solo escluso dalla legge, ma questa si mantiene in relazione con lui abbandonandolo.
Per questo del «bandito» (in questo senso più ampio, che include l'esiliato, il rifugiato, l'apolide) non è possibile dire (come del sovrano) se egli sia dentro o fuori l'ordinamento.
(Giorgio Agamben, Mezzi senza fine)

7 commenti:

  1. Conosco (poco a dire il vero) Schmitt e per nulla Agamben ma queste righe hanno suscitato la mia curiosità.
    Interpretate, come sempre, con acume.

    Ciao

    A.

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  2. A mio modo di vedere, sono righe di resistenza al naufragio e alla devastazione del linguaggio in corso, di cui è primo responsabile il giornalismo. E tutto ciò che gli va dietro.

    Ciao Arthur

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  3. Popolo sovrano,
    ed eccezione da rinchiudere in gabbia.

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  4. Soprattutto sovrano è colui che decide che cosa è popolo e che cosa non lo è.

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  5. Abbandonare è mettere al bando.
    Imparo a decifrare semanticamente le parole - e la realtà che pur discendendone si è allontanata dalla coscienza di quelle radici concettuali - più nella tempi condensati di lettura dei tuoi post di quanto non abbia fatto nei quasi cinquant'anni precedenti della mia esistenza.

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  6. Abbandonati, dunque captati.
    Essere liberi significa lottare per la propria irreperibilità.

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