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martedì 4 settembre 2012

Si è spento il cardinale Mazzarino

Martini, come la stragrande maggioranza delle personalità pubbliche della sua infruttifera epoca, vive nella morte l’acme della propria popolarità. L’evento – per la precisione – si verifica immediatamente dopo l’exitus e un istante prima della putrefazione, giusto il tempo necessario alla raccolta in cattedrale di intere moltitudini di greggi umane – in spontanea auto-immolazione sull’altare dello spettacolo – e dei loro relativi mandriani, volgari politicanti all’abbeverata di consenso. I cadaveri eccellenti a questo servono: homo homini funus. Dopodiché non c’è testamento spirituale che tenga e, in largo anticipo sulle più tempestive mosche sarcofaghe, corpo e anima precipitano nella pattumiera della (piccola) storia.

Un ecclesiastico sulla cui fama non tramonta mai il sole, e che per questo può ancora insegnarci qualcosa, è piuttosto il Richelieu, estensore di ben più fortunati testamenti e indubbio protagonista – lui sì vincente! – del dialogo interconfessionale, perché le cannonate, per usare un linguaggio forbito, sono il vero esperanto dei popoli.

E durante i rari momenti in cui la beneamata polvere da sparo non serve, o serve meno, ci si può sempre istruire con le massime incluse nel Breviario dei politici del cardinale Mazzarino, utili precetti per condurre un’esistenza in pace con se stessi e di dominio sugli altri, “che se non sbaglio è rigorosamente la stessa cosa”.
Alcuni estratti indicativi:

La malattia, l’ubriachezza, le riunioni conviviali, i momenti di distensione e di allegria, i giochi d’azzardo, i viaggi – in poche parole tutte le situazioni in cui gli animi tendono a lasciarsi andare, in cui i cuori si aprono e, si potrebbe dire, in cui le belve si lasciano attirare fuori dalle loro tane – potrebbero essere per te occasioni per raccogliere informazioni preziose su tutti. Lo stesso succede per il dolore, soprattutto quando è provocato da un’ingiustizia. Bisogna saper approfittare di queste situazioni, frequentando più assiduamente coloro sui quali vuoi saperne di più. Ti renderai conto anche di quanto sia utile avvicinare i loro amici, i figli, le persone più intime – senza dimenticare i loro domestici, che si lasciano corrompere facilmente con piccoli regali e in cambio sono disposti a fornire molte informazioni.

Quando un uomo è colpito da un grosso dispiacere, cogli l’occasione per adularlo e consolarlo. È proprio in simili circostanze che si lasciano trasparire i pensieri più segreti e nascosti.

Induci gli altri, senza che se ne accorgano, a raccontarti la loro vita. Il modo migliore per farlo è fingere di narrare la tua. Ti confideranno come sono riusciti a ingannare gli altri e ciò ti sarà utile per capire il loro attuale comportamento. Ma, naturalmente, stai ben attento a non svelare niente della tua vita.

Se vuoi diventare amico di qualcuno, comincia con l’osservare chi, fra i membri della sua corte, ne gode i favori, chi ordisce gli intrighi, chi ha il privilegio di prendersi gioco degli altri. Usa qualunque mezzo per farti benvolere da ognuno: ti saranno utili in futuro. Potrai approfittare dei loro consigli per far progredire i tuoi affari – visto che, quando la gente dà un parere, ama vedere che è seguito da un effetto – e ti saranno d’aiuto nella tua opera di seduzione. Se desideri vendicarti di qualcuno, cerca di screditarlo ai loro occhi, dimodoché arrivino a condividere il tuo desiderio di nuocergli.

Se devi lasciare una carica, fai in modo che i tuoi successori non possiedano un talento troppo chiaramente superiore al tuo.

Difendi sempre la libertà del popolo.


4 commenti:

  1. A me, anticlericale per legittima reazione a coattive frequentazioni - e conseguenti illuminanti esperienze - con rappresentanti, fruitori e soggetti ed oggetti vari del potere ecclesiastico cattolico romano, ha infastidito, e deluso, parecchio l'atteggiamento bovino di parecchi miei raffinati contatti di facebook, che si sono precipitati a ballare sul cadavere ancora caldo di Martini gridando scomposti e sbavanti "uno di meno!", oppure selvaggiamente invasati dalla grossolana e risibile equazione martini=englaro, scatenata dalla scelta del porporato di rifiutare l'accanimento terapeutico sulla sua persona che ha eccitato gli animi politicamente corretti come manco all'assalto ai forni di manzoniana memoria. Trovo invece prodigiosamente perfetta, e tanto soavemente disillusa e amara da esser venata di autentica poesia ("homo homini funus"...), la lucida disamina sulla inevitabile parabola della sua sorte. Con l'"infruttifera epoca" quale compendio fulminante di molti tomi di storia moderna e contemporanea.

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  2. Cara Cri! Ti confesso che a me il funerale di Martini è sembrato un film già visto innumerevoli volte, e mi stupisce che abbia potuto scatenare tanta animosità :-D Ci sono stati almeno dei morti?

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  3. Non saprei, perché, ti confesso, non l'ho seguito (per puntiglio e bastian contrario venerdì scorso ho postato un'immagine di Martini come mia foto profilo su FB, ma poi me ne sono andata tre giorni a far la capra sui boschi umbri, obliando tutto il proseguo dell'ambaradam):D... E' che mi dà fastidio aderire all'ovvio, allo scontato, al mood del momento, anche quando esprime un sentire che non mi è completamente estraneo; perché non riesco ad aderire acriticamente a movimenti di massa che assomiglino a peristalsi intestinali, mi viene voglia di risalire la corrente a tutti i costi: detesto sposare trancianti convinzioni e strillanti certezze, le reputo volgari scorciatoie verso la definitiva caporetto della mente, preferendo campare ammaccata, sbatacchiata dall'altalena dalle mie percezioni, amando invece le discrete, nitide suggestioni di un ragionatore come te, capace di pormi davanti a preziosi squarci di consapevolezza espressi con un filo di voce sottile ma ostinato e resistente, il solo che riesce a convincermi :)

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  4. Ho recentemente ritrovato queste nuove regole per una morale provvisoria. Le ho trascritte, ma non ricordo più da quale testo. Le trovo ancora completamente soddisfacenti:
    Interagire quando è possibile; resistere e combattere quando è necessario; sottrarsi e fuggire quando le condizioni si configurano come totalizzanti.

    :-)

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