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domenica 7 maggio 2023

Il prussiano morto vive


Appariranno dei kantiani che neppure nel mondo fenomenico vorranno sentir parlare di pietà, e sconvolgeranno spietatamente con la spada e con la scure il terreno della nostra vita europea, per strappare anche le ultime radici del passato.
(H. Heine)

Il Tedesco per primo, ed egli solo, proclama la missione storica del radicalismo; egli solo è radicale ed egli solo è tale senza aver torto. Nessuno è spietato e privo di riguardi quanto lui: egli infatti non soltanto abbatte il mondo sussistente per poter rimanere in piedi, ma abbatte se stesso. Dove un tedesco si dà ad abbattere, un Dio deve cadere e un mondo perire. Nel Tedesco l’annientamento – cioè la creazione e lo stritolamento di ciò che è temporale – conduce all’eternità
(M. Stirner)

Ogni guerra è ritorno all'origine creatrice dalla quale nascono gli Stati; è sprofondamento nella potente sorgente di vita dalla quale sgorgano le grandi linee del destino degli uomini.
(M. Scheler)

Siamo figli di una guerra maschia, nati dal ventre infuocato delle trincee, una nuova razza che riconosce fiera la sua provenienza.
(E. Jünger)

Un serbatoio inesauribile di forza, in grado di sconfiggere mostri e cogliere le mele delle esperidi e a proprio arbitrio fare della terra di ieri una terra nuova.
(H. Freyer) 

La nostra speranza è nelle mani dei giovani che soffrono di febbri alte, rosi dal verdastro pus del disgusto, nelle anime grandi di coloro i quali vediamo strisciare come malati nell'ordine dei trogoli. Nella rivolta contro il potere della comodità, che ha bisogno delle armi di una distruzione del mondo delle forme, di dinamite, per fare spazio a una nuova gerarchia.
(E. Jünger)

Non c'è scampo, bisogna accettare questo processo, poiché ci garantisce l'autodistruzione di ciò che è marcio e vecchio e prepara la purificazione del nostro tempo.
(H. Zehrer)

Che ne muoiano a migliaia, a milioni, quale importanza hanno fiumi di sangue di fronte a questo Stato, dove troveranno un porto sicuro tutta l'inquietudine e la nostalgia dell'uomo tedesco?
(F. G. Jünger)

La vera internazionale si chiama imperialismo, possesso della civilizzazione faustiana, e dunque del mondo intero, attraverso un unico principio informatore; non equilibrio e compromesso, ma vittoria e annientamento.
(O. Spengler)

Quando i tedeschi verranno riconosciuti superiori da ogni paese di questo continente la pace regnerà finalmente in queste terre dilaniate. Non solo rispetteremo la natura degli altri popoli, la coltiveremo anche, poiché amiamo la varietà di ciò che nasce spontaneamente. Non toccheremo i confini degli altri popoli: per quale motivo i dominatori dovrebbero essere gelosi? Sosterremo l'economia degli altri popoli, dato che la loro salute è anche la nostra forza. Una cosa però pretendiamo: l'imperio. Dove non ci sia consentito, ce lo conquisteremo. perché non siamo uguali agli altri, siamo tedeschi.
(W. Stapel)

Chiunque voglia lottare con noi è benvenuto. Siamo una unità di sangue, valori e memoria, uno Stato nello Stato, il blocco d'attacco intorno al quale la massa può raccogliersi. Non ci piacciono i lunghi discorsi, una schiera di cento persone per noi conta più di un intervento in parlamento. [...] Il giorno in cui lo Stato parlamentare crollerà sotto i nostri colpi e la dittatura sorgerà dai nostri richiami, sarà il giorno della festa più bella.
(E. Jünger)

L'eterno nella nostra natura.
(A. Moeller van der Bruck)

E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo!
I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto:
il grembo da cui nacque è ancor fecondo.
(B. Brecht)

2 commenti:

  1. La frase di Brecht conclude questa escalation di volontà di potenza, dà ad essa un'altra direzione. Bellissimo post.

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  2. Grazie Ettore.
    Quel secolo non è così breve come lo si immagina.

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